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Archiflex è un vero piallaccio di pietra - Da blocchi vengono ricavate impiallicciature con uno spessore che varia da 0.6 a 2.0 mm ca. La sfoglia viene rinforzata e tenuta assieme con fibra di vetro e resina di poliestere. La sua superficie ruvida e i continui cambiamenti di colore dei singoli strati rendono ogni foglio un pezzo unico.

L'utilizzo di Archiflex - Le caratteristiche di flessibilità, la sua facile lavorazione e la sua bellezza unica lo rendono un materiale esclusivo e perfetto per una miriade di applicazioni e forme nell’industria del mobile, delle costruzioni di interni, dell’arredamento in generale e del design.

Materiale portante - Il materiale portante deve essere scelto in base alle esigenze del luogo di applicazione. Sono adatti materiali legnosi e materiali leggeri da costruzione, cartongesso o di fibra cemento.

Controparete - Lastre portanti che vengono ricoperte con “Archiflex” solo da una parte, devono ricevere una contro bilanciatura. Nella costruzione di mobili ciò può avvenire con carta impregnata da minimo 150 gr/mq.

Sistemi di incollggio - Per l’incollaggio possono essere utilizzate colle lacca a dispersione che però raggiungano solo un coefficente di incollatura D2 e che non siano per locali umidi. E’ consigliato usare colle a foglio su base EVA Copolymere, in questo caso con aggiunta di indurente si può raggiungere la resistenza all’acqua. Possono anche essere utilizzate PU-Hotmellts così come colle PU mono componenti. In caso di utilizzo di colle PU mono componenti che tendono a formare della schiuma, applicarne uno strato molto fine, dato che esiste il pericolo che la colla trapassi la lastra di Sfoglia di Pietra. Le colle PU sono resistenti all’acqua e possono anche essere applicate su superfici non porose. Utilizzare colle viniliche solo per applicazioni a freddo.

Incollaggio - Consigliamo di ricoprire il retro con un rullo di colla e lasciare asciugare. Sulla lastra portante porosa viene poi anche applicato uno strato di colla di c.a. 100 gr/mq. “Archiflex” viene poi posato sulla lastra portante e a c.a. 70° pressato per 3 minuti. Dato che “Archiflex” ha delle variazioni di spessore di c.a. 0,8 - 2,0 mm, le piastre di pressatura devono essere protette con uno strato di compensazione. Nella pratica per fare ciò si sono utilizzate delle lastre di schiuma di 12 mm e una compattezza di 180 kg/Mc, o panni feltro. Ideale per la pressatura di “Archiflex” su superfici portanti in legno sono le presse a membrana. Nella lavorazione con PU-Hotmelt deve venire applicata la lastra durante il tempo aperto del PU, così che con la pressatura a freddo viene garantita l’incollatura. In caso di incollatura sono da rispettare i diversi dati tecnici dei singoli produttori.

Deformazione-post-formatura - Le lastre di “Archiflex” vanno fatte riscaldare in una pressa a caldo a 100 - 110 gradi, così che si lasciano modellare per le curvature. La curvatura ottimale deve essere stabilita in base al completo procedimento di incollatura, dalle sagome e dalle caratteristiche del luogo di installazione.

Resistenza all’acqua - Archiflex” si lascia applicare su lastre portanti resistenti all’acqua, ad esempio lastre in materiale sintetico. Per questo però possono essere solo utilizzate colle che aderiscano su superfici non porose, come per esempio PU-Hotmhelts o colla PU mono componente. “Archiflex” è resistente all’acqua, e può per esempio essere utilizzato per il rivestimento di fontane.

Modalità di sezionatura - Archiflex” è composto da fini strati di sasso e può essere sezionato con seghe circolari standard. In caso di taglio di una lastra dove ambo le parti sono ricoperte con “Archiflex”, si consiglia di incidere la superficie, per evitare lo scagliarsi delle lastre. Attrezzi contundenti, con un numero di giri troppo elevati o tempi di avanzamento troppo lenti, generano calore di attrito e formano plastificazione sulla superficie di supporto.

Fresatura - Le lastre “Archiflex” si lasciano fresare con un tempo di stallo ridotto. In caso di quantitativi più grossi, si consiglia l’utilizzo di attrezzi con teste di diamante.

Trattamento superficie - In luoghi dove viene applicato, nei quali esiste la possibilità di sporcarsi, come nicchie e piani di cucina, “Archiflex” può venire impermeabilizzato con prodotti dell’industria chimica o lacche per il legno, da notare che con tutti gli impregnanti, parte del colore viene vivacizzato ma può diventare più lucido, la superficie diventa in genere più scura.

 

Archiflex è una pietra naturale e pertanto le tonalità, le venature e le superfici possono presentare variazioni tra lastre appartenenti alla medesima tipologia.

Queste caratteristiche tipiche di ogni prodotto naturale, non costituiscono motivo di contestazione.

 

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